lunedì 3 dicembre 2007

All'improvviso, di nuovo seduto

Nel corso degli ultimi dieci anni ci ho pensato e ripensato troppe volte, sempre senza costrutto e, senza preavviso, di colpo è avvenuto.

Non fraintendetemi, non mi riferisco ad avventure piccanti o ad eventi straordinari, parlo soltanto di shikantaza.

Con questa strana parola giapponese si intende semplicemente la forma di meditazione praticata nel Buddhismo Zen tradizionale, in particolare nella scuola Soto. Nella pratica di zazen (altro termine per riferirsi a shikantaza) si sta semplicemente seduti a gambe incrociate su un cuscino rigido, la schiena diritta, la nuca tesa, gli occhi aperti con lo sguardo posato a terra e le mani poggiate in grembo a formare un ovale. Una volta raggiunta la giusta posizione non si fa più nulla tranne sforzarsi di mantenere il corretto tono muscolare. Ci si limita a osservare i pensieri e le sensazioni che ci attraversano senza cercare di afferrarli, e vi assicuro che c'é parecchio da osservare!

Di zazen ne ho praticato parecchio dal '91 al '95, sempre all'interno della comunità di Komyo Ji, quasi mai da solo. Può sembrare un controsenso, ma anche se durante la meditazione vige l'immobilità e il silenzio più assoluti, la semplice presenza fisica di altri praticanti (oltre ovviamente alla presenza di un praticante anziano che osserva e aiuta i più inesperti) è un fattore molto rassicurante e aumenta la determinazione con cui si pratica.

Dopo aver lasciato il gruppo di Komyo Ji ed essermi trasferito da Milano a Roma, ho sentito speso il richiamo dello zazen, ma finora era rimasta solo una velleità, una intenzione senza forza. Mi sono interrogato molto su questo fatto, ma non sono mai riuscito a spiegarmelo. In realtà nessuno ne é responsabile, semplicemente non era ancora il momento giusto. Nel Buddhismo c'é un detto: Quando il Discepolo é pronto il Maestro appare.

Così é stato per il mio zazen. Finalmente era arrivato il momento giusto e naturalmente, inconsciamente, ho preso il mio vecchio zafu (il cuscino da meditazione) e mi sono ritrovato immediatamente a casa.