mercoledì 6 agosto 2008

Il mio Sutra del Cuore

Su richiesta di alcuni amici in di anobii ho preparato un post sulla mia esperienza dello studio dei sutra nello Zen. Lo ripropongo anche qui sul blog con poche revisioni.

Mi è stato chiesto di provare a raccontare della mia esperienza con i Sutra, i canti/preghiera dei seguaci del Buddha. Sono tutt'altro che un esperto in questa materia, ma vorrei provare a condividere con voi ciò che ho imparato e sperimentato di persona, in particolare nella tradizione Zen.

Vedete, nella pratica dello Zen, specialmente come è stata trasmessa in Occidente, i rituali sono piuttosto contenuti, soprattutto nei piccoli centri di pratica, per focalizzare l'attenzione di tutti i praticanti sullo zazen, la meditazione silenziosa. Anche nei ritiri più impegnativi e concentrati tuttavia, i momenti della giornata sono scanditi dalla recitazione comune dei sutra. L'alternarsi di concentrazione (lo zazen), focalizzazione (i sutra) e dialoghi (i mondo) accompagna i praticanti per tutta la durata del ritiro (sesshin).

Tra tutti i sutra il più famoso, e amato è certamente il Sutra del Cuore (Hannya Shingyo per gli amici).

Potete trovare una breve descrizione del sutra e una sua buona traduzione in italiano in questa pagina curata da due competenti amici di Milano con molti anni di pratica nelle ginocchia ;)

Se volete approfondire ulteriormente ci sono anche diversi libri sull'argomento, tra cui uno del Dalai Lama tradotto in italiano, ma sinora non è ho trovato nessuno veramente iluminante al riguardo.

Il mio primo impatto con il Sutra del Cuore è stato essenzialmente rituale. Nella fretta di integrarmi al più presto nel gruppo di pratica mi sono sforzato di memorizzarlo il più in fretta possibile, e successivamente di imparare le giuste intonazioni. Anche solo in questo esercizio ho scoperto che la recitazione di questo antico canto, redatto in un misto di sanscrito e giapponese antico, ha un forte impatto sulla respirazione e la concentrazione. Gli stessi suoni sono fortemente evocativi e il loro ritmo incalzante stimola la liberazione dell'energia interiore, non ha caso lo si recita al termine dello zazen per dedicare il proprio sforzo a tutti gli esseri senzienti.

Con il tempo mi sono anche misurato anche nello studio dei contenuti del sutra. Tradizionalmente nelle sue poche righe è concentrato l'intero insegnamento di Buddha. Non so se sia proprio così, ma sicuramente il suo studio è impegnativo e piuttosto sottile. Tra l'altro nelle sue strofe si ritrova un perfetto equilibrio tra l'aspetto compassionevole del buddhismo (un punto molto difficile da spiegare senza fraintendimenti a noi italiani, allevati culturalmente alla fonte di Santa Romana Chiesa) e il suo profondo studio dei fenomeni interiori ed esteriori. Per questo tra l'altro il sutra è considerato una delle vette del buddhismo Mahayana, corrente maggioritaria a cui si rifanno tra gli altri lo Zen e il buddismo Tibetano.

Con gli anni, anche dopo aver lasciato la comunità di pratica, ho scoperto che questo canto aveva messo radici profonde nel mio inconscio. Spesso emergeva di propria iniziativa nella mia coscienza, anche nei momenti di maggior rigetto della spiritualità ha rappresentato un legame affettivo e intimo con gli insegnamenti del Buddha.

Sono passati altri anni, in cui mi sono riavvicinato lentamente alla pratica, e ho scoperto un altro aspetto dell'Hannya Shingyo. Durante la sua recitazione, anche a bassa voce nel traffico o addirittura in silenzio, si crea automaticamente e inconsciamente quello che io chiamo un gancio. E' come se il corpo, la respirazione, la mente e la coscienza si allineassero tra loro e in quei brevi istanti vivo un fortissimo richiamo ad uno stato differente. Anche se sono distratto, stanco o svogliato, iniziare la recitazione è come mostrare una cartina di tornasole del proprio sè, un forte richiamo a dare sempre il nostro meglio.

La cosa più bella che ho scoperto è che questo canto è in qualche modo parte di me e credo che lo sarà sempre, più di una preghiera e più di una citazione, una microscopica scintilla di luce che non mi lascia mai.

gassho

martedì 5 agosto 2008

Giochi d'estate

Una brezza leggera
scuote il parco giochi

i bambini alzano nuvolette di sabbia
che li carezzano
e si posano due passi più in là

padri e madri li osservano da lontano
annoiati e inteneriti
inseguendo sogni d'estate

presto
prima che giunga la sera
aprite le ali
e partiamo!