domenica 25 settembre 2011

Scrivere e vivere

Lo scorrere del tempo raffina i desideri e li consuma.

Da anni sto cercando il mio modo per esprimermi, al di là degli affetti e dal lavoro quotidiano. Ho provato prima con la fotografia, poi con la scrittura di fumetti e di fiabe, ma non sono mai stato soddisfatto dei risultati, anche perché sono di carattere troppo esigente.
Quest'anno ci ho pensato su per bene e ho capito che l'attività che più mi appassiona e più mi da' soddisfazione è la scrittura, il saper narrare. Non è per niente facile. Devo sconfiggere innanzitutto il mio innato razionalismo, ulteriormente rafforzato dal mestiere che faccio. Dopo aver scritto e riscritto due capitoli di un romanzo a cui pensavo da tempo ho visto quant'è difficile uscire dagli schemi che ormai ci siamo imposti; dopo molti tentativi di ricominciare, tutti falliti in principio, non ho potuto fare a meno di pensare se non fosse meglio lasciar perdere anche questo sogno e restare un semplice, appassionato, lettore.
No, non lascerò perdere. Non voglio diventare famoso e neppure vantarmi di aver anch'io il mio piccolo capolavoro pubblicato da qualcuno, ma voglio insistere. Perché? Perché ho scoperto che restare concentrato su una attività che davvero mi interessa, mi aiuta a vivere meglio anche il resto del mio quotidiano e perché, in fondo in fondo penso di aver qualche possibilità di scrivere qualcosa di buono.

E la meditazione? E il Dharma? Perché non ti concentri direttamente su questo? In fondo è la cosa più importante che hai scoperto nella tua vita? E' vero, ma ho realizzato che per non abbandonare la pratica del Buddha devo essere capace di giocarci, di diluirla in tutta la mia esistenza. Verrà un momento in cui potrò dedicarmici in maniera frontale, con regolarità e costanza, ma non è questo. Ora devo vivere tutta la mia vita con presenza mentale, illuminato dal Dharma, e già questo è tanto.