Nel corso degli ultimi dieci anni ci ho pensato e ripensato troppe volte, sempre senza costrutto e, senza preavviso, di colpo è avvenuto.
Non fraintendetemi, non mi riferisco ad avventure piccanti o ad eventi straordinari, parlo soltanto di shikantaza.
Con questa strana parola giapponese si intende semplicemente la forma di meditazione praticata nel Buddhismo Zen tradizionale, in particolare nella scuola Soto. Nella pratica di zazen (altro termine per riferirsi a shikantaza) si sta semplicemente seduti a gambe incrociate su un cuscino rigido, la schiena diritta, la nuca tesa, gli occhi aperti con lo sguardo posato a terra e le mani poggiate in grembo a formare un ovale. Una volta raggiunta la giusta posizione non si fa più nulla tranne sforzarsi di mantenere il corretto tono muscolare. Ci si limita a osservare i pensieri e le sensazioni che ci attraversano senza cercare di afferrarli, e vi assicuro che c'é parecchio da osservare!
Di zazen ne ho praticato parecchio dal '91 al '95, sempre all'interno della comunità di Komyo Ji, quasi mai da solo. Può sembrare un controsenso, ma anche se durante la meditazione vige l'immobilità e il silenzio più assoluti, la semplice presenza fisica di altri praticanti (oltre ovviamente alla presenza di un praticante anziano che osserva e aiuta i più inesperti) è un fattore molto rassicurante e aumenta la determinazione con cui si pratica.
Dopo aver lasciato il gruppo di Komyo Ji ed essermi trasferito da Milano a Roma, ho sentito speso il richiamo dello zazen, ma finora era rimasta solo una velleità, una intenzione senza forza. Mi sono interrogato molto su questo fatto, ma non sono mai riuscito a spiegarmelo. In realtà nessuno ne é responsabile, semplicemente non era ancora il momento giusto. Nel Buddhismo c'é un detto: Quando il Discepolo é pronto il Maestro appare.
Così é stato per il mio zazen. Finalmente era arrivato il momento giusto e naturalmente, inconsciamente, ho preso il mio vecchio zafu (il cuscino da meditazione) e mi sono ritrovato immediatamente a casa.
lunedì 3 dicembre 2007
All'improvviso, di nuovo seduto
venerdì 23 novembre 2007
Berntornata Radio Pop
La mattina del 8 Novembre mi trovavo bloccato nell'abbraccio viscido del raccordo. Per rompere il silenzio della coda ho acceso l'autoradio sulle frequenze di Radio BBS alla ricerca di un notiziario e ho beccato per caso il battesimo ufficiale di Radio Popolare Roma!
Mi sono sentito trasportare nel passato di almeno 13 anni, ai tempi in cui vivevo da single a Milano e stavo sintonizzato in continuazione sulle frequenze di Radio Popolare di Milano. Quanti ricordi sono riapparsi: i microfoni aperti, la radiosveglia di Alessandro Robecchi, Cirri-Ferrentino e la prima Gialappa's, gli abbonaggi, lo Stradella party di Ferragosto... Dopo essermi trasferito a Roma ho cercato a più riprese di agganciare almeno le trasmissioni di Popolare Network, che però era coperto poco e male, ho scoperto anche Radio Città Futura, una buona radio, ma non è la stessa cosa.
E adesso, in salsa romana, finalmente riappare RP, ed ha iniziato nel modo migliore: dirette, abbonaggi e approfondimenti.
Tanti auguri, amici di Radio Popolare Roma, grazie di essere arrivati e lunga vita al Network!
Mi sono sentito trasportare nel passato di almeno 13 anni, ai tempi in cui vivevo da single a Milano e stavo sintonizzato in continuazione sulle frequenze di Radio Popolare di Milano. Quanti ricordi sono riapparsi: i microfoni aperti, la radiosveglia di Alessandro Robecchi, Cirri-Ferrentino e la prima Gialappa's, gli abbonaggi, lo Stradella party di Ferragosto... Dopo essermi trasferito a Roma ho cercato a più riprese di agganciare almeno le trasmissioni di Popolare Network, che però era coperto poco e male, ho scoperto anche Radio Città Futura, una buona radio, ma non è la stessa cosa.
E adesso, in salsa romana, finalmente riappare RP, ed ha iniziato nel modo migliore: dirette, abbonaggi e approfondimenti.
Tanti auguri, amici di Radio Popolare Roma, grazie di essere arrivati e lunga vita al Network!
martedì 6 novembre 2007
Piccolo Satori, parte 3 - Soltanto un sentiero
La scorsa settimana, camminando verso la fermata dell'autobus che mi porta in ufficio come ogni mattina, ho riconosciuto d'un tratto la mia risposta. Nella mia vita il buddismo non è mai stato nè una religione (infatti nelle mie esperienze all'interno del mondo cattolico la mancanza di fede è sempre stata il mio punto debole), nè una filosofia o un'etica di vita (concetti che ho sentito sempre troppo lontani dal mio vissuto quotidiano). Per me la Via del Buddha è solo un sentiero, anzi il sentiero. E' l'esperienza concreta di ricercare i passi che quell'uomo ha compiuto 2500 anni fa alla ricerca della soluzione del problema del dolore. E' un percorso che passa anche per la meditazione, la tradizione, i maestri, le scuole, le esperienze, lo studio, ma soprattutto per la riscoperta della radice di noi stessi. Significa riconoscersi in alcune domande profonde: cos'é la sofferenza? perché tutti soffriamo? come andare oltre questa condizione? come comunicare la soluzione a tutti gli uomini e le donne che vivono intorno a noi?
Non mi pareva vero! Nel momento in cui ho realizzato questa piccola verità mi sono sentito avvolgere da una sensazione di sollievo. Finalmente ho fatto un altro passo della mia ricerca. Sono riuscito per un attimo a tacitare quel piccolo demone che continua a riproporci sempre le domande sbagliate e ho alzato gli occhi sulla strada. Ecco la prossima orma, raggiungiamola!
Non mi pareva vero! Nel momento in cui ho realizzato questa piccola verità mi sono sentito avvolgere da una sensazione di sollievo. Finalmente ho fatto un altro passo della mia ricerca. Sono riuscito per un attimo a tacitare quel piccolo demone che continua a riproporci sempre le domande sbagliate e ho alzato gli occhi sulla strada. Ecco la prossima orma, raggiungiamola!
lunedì 5 novembre 2007
Piccolo Satori, parte 2 - Ma che domanda!
In definitiva, non sono mai riuscito a formulare una risposta convincente a questa domanda senza ricorrere a dei cliché altrui. Tra l'altro, quando ci ho provato mi sono trovato ancora più in imbarazzo perché non sono mai stato capace di mandare a memoria i testi con sicurezza. Essendo incapace di rispondere in maniera convincente in seguito ho cercato di minimizzare la domanda, oppure ho fatto direttamente finta di non aver sentito!
Poco male - mi dicevo - non saprò rispondere bene a domande generali come questa, ma ho imparato tante lezioni di prima mano sul buddhismo di certo più importanti di questo interrogativo troppo intellettuale.
A questo punto dovete sapere che io sono sempre stato molto esigente con me stesso, a volte anche all'eccesso, e una giustificazione così debole non mi ha mai convinto, ma avevo paura ad andare troppo a fondo su questa questione e così ho lasciato correre per... beh, per un bel po'.
Ma perché avere paura di una domanda così innocente, quasi una curiosità intellettuale? - mi direte e normalmente avreste ragione, se non fosse per il fatto che, mentre cercavo di rispondere, inconsciamente pensavo ad un'altra domanda, molto più difficile.
E' possibile che il buddhismo possa essere solo una religione o una filosofia?
Non fraintendemi, sia la religione che la filosofia, in particolare la filosofia etica, sono insegnamenti degni del massimo rispetto e spesso in grado di aiutarci a sbrogliare la matassa complicata della nostra vita. Purtroppo per me, non sono mai riuscito a trovarmici a mio agio, anzi alla fine ne sono stato respinto. Ecco dunque il vero tarlo, non volevo accettare quella domanda perché dal mio punto di vista era incompleta e fuorviante, ma allo stesso tempo questa esigeva un approfondimento che io non ero in grado di fare.
Poco male - mi dicevo - non saprò rispondere bene a domande generali come questa, ma ho imparato tante lezioni di prima mano sul buddhismo di certo più importanti di questo interrogativo troppo intellettuale.
A questo punto dovete sapere che io sono sempre stato molto esigente con me stesso, a volte anche all'eccesso, e una giustificazione così debole non mi ha mai convinto, ma avevo paura ad andare troppo a fondo su questa questione e così ho lasciato correre per... beh, per un bel po'.
Ma perché avere paura di una domanda così innocente, quasi una curiosità intellettuale? - mi direte e normalmente avreste ragione, se non fosse per il fatto che, mentre cercavo di rispondere, inconsciamente pensavo ad un'altra domanda, molto più difficile.
E' possibile che il buddhismo possa essere solo una religione o una filosofia?
Non fraintendemi, sia la religione che la filosofia, in particolare la filosofia etica, sono insegnamenti degni del massimo rispetto e spesso in grado di aiutarci a sbrogliare la matassa complicata della nostra vita. Purtroppo per me, non sono mai riuscito a trovarmici a mio agio, anzi alla fine ne sono stato respinto. Ecco dunque il vero tarlo, non volevo accettare quella domanda perché dal mio punto di vista era incompleta e fuorviante, ma allo stesso tempo questa esigeva un approfondimento che io non ero in grado di fare.
(continua)
lunedì 29 ottobre 2007
Piccolo Satori, parte 1: Religione o filosofia?
Nonostante sia stato addentro al mondo cattolico sin da piccolo, da tempo il mio cuore appartiene al messaggio di Siddharta Gautama, meglio noto come il Buddha storico. La scoperta di questo messaggio è avvenuta alla fine di una lunga ricerca personale, culminata nella partecipazione alla vita di un centro Zen della scuola Soto per cinque, intensissimi, anni. Dopo aver lasciato il centro ho cambiato vita più volte, nei primi tempi ho provato anche a rinnegare le mie esperienze zen, ma non sono mai riuscito a spezzare il gancio interiore che mi riportava verso il Dharma di Buddha.
In questi turbolenti quindici anni ho incontrato una varietà di persone e quasi tutti, dopo aver saputo della mia attrazione verso il messaggio buddista, mi hanno fatto la stessa domanda: Ma il Buddhismo è una religione o una filosofia? Questa domanda, in apparenza innocente, mi ha sempre messo in imbarazzo e anche un po' infastidito. Di solito chi la pone o si aspetta una risposta secca, caso A o caso B per intendersi, oppure ha già una sua opinione ben precisa e ti sta tendendo una trappola per metterti in contraddizione. Inoltre i miei tentativi di dare una risposta ragionata e onesta annoiavano regolarmente i miei interlocutori per vari motivi: la risposta richiede una necessaria premessa per spiegare come la domanda stessa ha varie interpretazioni differenti, la risposta è complessa per evitare di cadere nei soliti luoghi comuni (pura filosofia, religione pietista o altro) e ancor peggio non è definitiva, infatti la vera risposta è esclusivamente privata. In buona sostanza è una domanda abbastanza inutile ed incline ad essere facilmente travisata. Ovviamente ciò non toglie che sui libri e anche sul web persone molto più preparate di me siano state in grado elaborare risposte significative ed interessanti (se vi interessa posso cercare qualche esempio).
In questi turbolenti quindici anni ho incontrato una varietà di persone e quasi tutti, dopo aver saputo della mia attrazione verso il messaggio buddista, mi hanno fatto la stessa domanda: Ma il Buddhismo è una religione o una filosofia? Questa domanda, in apparenza innocente, mi ha sempre messo in imbarazzo e anche un po' infastidito. Di solito chi la pone o si aspetta una risposta secca, caso A o caso B per intendersi, oppure ha già una sua opinione ben precisa e ti sta tendendo una trappola per metterti in contraddizione. Inoltre i miei tentativi di dare una risposta ragionata e onesta annoiavano regolarmente i miei interlocutori per vari motivi: la risposta richiede una necessaria premessa per spiegare come la domanda stessa ha varie interpretazioni differenti, la risposta è complessa per evitare di cadere nei soliti luoghi comuni (pura filosofia, religione pietista o altro) e ancor peggio non è definitiva, infatti la vera risposta è esclusivamente privata. In buona sostanza è una domanda abbastanza inutile ed incline ad essere facilmente travisata. Ovviamente ciò non toglie che sui libri e anche sul web persone molto più preparate di me siano state in grado elaborare risposte significative ed interessanti (se vi interessa posso cercare qualche esempio).
(continua)
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