martedì 3 febbraio 2009

Per favore, silenzio su Eluana

Mi piacerebbe davvero che da oggi non si parlasse più di Eluana Englaro, della sua famiglia e di questa vicenda tragica e si seguissero gli ultimi atti di questo dramma umano in un rispeottoso silenzio.

Mi piacerebbe che si potesse invece discutere, in piena coscienza e rispetto delle convinzioni altrui, dei problemi che la sua vicenda ha sollevato, ad esempio del problema del testamento biologico, su cui vi riporto a questo commento di Ignazio Marino che condivido pienamente.

Ma so che non succederà, perché in questo triste paese il rispetto e la pacatezza sono ormai perdute, forse per sempre, nel clamore contraddittorio delle fazioni e delle tribù, ognuna aggrappata disperatamente al proprio pulpito.

Forse un giorno la nostra coscienza sociale evolverà e allora sarà un gran bel giorno, ma sinceramente non ci credo quasi più.

giovedì 29 gennaio 2009

Libertà di fede

Qualunque fede religiosa, se non è abbracciata in piena libertà e coscienza, non ha alcun valore.

Può sembrare una considerazione ovvia, ma è il primo punto su cui sono riuscito a concordare con un collega, cattolico convinto, dopo vari mesi di discussioni su questi argomenti.
Finalmente un punto di partenza, vediamo se da qui si può cominciare a costruire.

lunedì 26 gennaio 2009

Rime per un sabato piovoso

Sabato piovoso,
riempito da cartoni animati e desideri fugaci.

Mi offro al lamento di corpi delusi,
in guerra con il Tempo
per strappare un'altra tregua al patire.

Un vecchio incenso senz'anima
lancia la sua esca e
il mio spirito pigro
l'inghiotte solo a metà.

Annuso, ascolto, osservo
questo, piccolo dolce, mondo
aspettando che spiova.

mercoledì 21 gennaio 2009

Il diritto alla vita ed alla morte


Eluana Englaro, Piergiorgio Welby, Giovanni Nuvoli, Terry Schiavo.
Intorno a questi nomi, ormai tristemente noti all'opinione pubblica, si è coagulato negli ultimi il dibattito in Italia sul tema dell'eutanasia e sulla dignità della vita più in generale.

E' stato ed è tuttora un dibattito difficile, spesso uno scontro aperto, tanto più che le forze in campo sono sproporzionate. a favore di un riconoscimento dell'autodeterminazione in relazione alla propria morte ci sono poche forze organizzate: i soliti radicali, alcune associazioni laiche, alcuni quotidiani, parte della magistratura giudicante e una fetta dell'opinione pubblica. Contro questa posizione si schierano praticamente tutti gli altri, a partire dalla Chiesa Cattolica, che ha tuttora un'enorme influenza sull'opinione pubblica, anche quella non credente, e quasi tutto il mondo politico e istituzionale,nonché vasti settori del mondo della Sanità.

A prescindere dal clamore suscitato intorno a queste vicende dobbiamo riconoscere che il problema della dignità della vita e della morte esiste. Grazie ai progressi della scienza medica e all'allungamento dell'aspettativa di vita media la possibilità per ciascuno di noi, qualunque sia la sua posizione sociale, di trovarsi un giorno in condizioni di salute tali da non dover più ritenere la propria vita di essere vissuta sono assai più che in passato.

Poiché il problema sarà sempre più sentito anche in futuro è necessario cercare un approccio per una soluzione condivisa. Da qui la necessità di un dialogo vero tra tutte le parti in causa sulla base di una pari dignità. Un dialogo sincero può essere avviato solo su basi chiare e condivise e qui si presenta un formidabile ostacolo.

Un principio su cui, secondo me, non si può transigere è che sia diritto e dovere di ciascuno di noi capire quali sono le condizioni entro cui la nostra personale esistenza è degna e meritevole di essere vissuta, ovviamente nel più ampio rispetto della vita e dei diritti altrui. Questo principio può essere coniugato in molti modi, ad esempio tramite il cosiddetto testamento biologico, ma non può essere vincolata a priori da qualsivoglia principio ideologico o religioso.

O si accetta il fatto che, anche affidandosi con le dovute garanzie all'aiuto delle persone più care, ciascuno possa decidere per sé stesso a quali condizioni la propria vita sia degna di essere vissuta, o si commette inevitabilmente un atto di arbitrio e potenzialmente di violenza, chiudendo la porta ad ogni possibile dialogo.

E' un fatto che il riconoscimento di nuovi diritti sociali non sia quasi mai un processo rapido e indolore, ma si passi sempre attraverso una fase di conflitto anche aspro. D'altra parte sono convinto che, come in passato il riconoscimento del diritto alla vita e della pari dignità di tutti gli esseri umani ha avuto un fortissimo impatto sulle nostre società, così accettare la fondamentale importanza del diritto ad una vita e ad una morte dignitose, nel rispetto delle convinzioni di ciascuno, getterebbe le basi per una vita migliore per tutti.

venerdì 5 dicembre 2008

Un buon insegnamento...

Le strofe che seguono sono riportate su una piccola stampa che mi sono state consegnate da un amico la prima volta che ho messo piede in un dojo.

Questo foglietto mi ha accompagnato in tutti i miei traslochi e ancora oggi il maestro Kodo Sawaki mi sorveglia con piglio austero da sopra la scrivania.

A volte sono dure da accettare, ma mi sembrano ogni giorno più vere.

Se noi realizziamo la Via, qui ed ora, non vi sarà
più posto nel nostro spirito per l'idea di giusto
né per quella di falso.
Nella vita, la felicità diventa tristezza,
la tristezza diventa felicità.
Se noi otteniamo una cosa, diceva il Maestro Dogen,
ne perdiamo un'altra; e se noi perdiamo una cosa,
ne otteniamo un'altra.
Nella nostra vita quotidiana noi siamo sovente in
opposizione, in contraddizione con il qui ed ora.
Ma per poco che noi abbiamo abbandonato le
nozioni di prendere o lasciare; tutto si manifesta
davanti a noi, la nostra coscienza è pacificata
ed il nostro spirito dimora tranquillo, senza dualità
aldilà della relatività.


Kodo Sawaki Roshi

mercoledì 22 ottobre 2008

Non arrendersi mai

Mamma, papà, non vi dovete arrendere mai!

Se vi arrendete, poi vi fanno più male.


Lorenzo - 5 anni

martedì 23 settembre 2008

Alla ricerca di occhi nuovi

Quest'estate, dopo molte esitazioni e ripensamenti, ho deciso di acquistare una nuova reflex al posto della defunta Nikon D50. Ho trovato una buona occasione e ho afferrato al volo una Alfa 200 della Sony.

Il primo impatto è positivo, vorrei solo trovare un obiettivo migliore del 18-70 di serie per avere una migliore resa della immagini, ma per questo c'è tempo.

Mi piacerebbe fare un salto di qualità alle foto che scatto, per questo sto anche modificando parecchio il mio album di Flickr.

Stay tuned!